IMMENSAMADRE

drammaturgia di Elisa Di Dio e Filippa Ilardo

con LUCIA SARDO

 

e con ELISA DI DIO e PATRIZIA FAZZI 

coro Laboratorio Teatrale della Compagnia dell'Arpa

CONCETTA ABATE - LAURA BORGHESE - ORIANA CARDACI - GIORGIA CIPOLLA - GIULIA CLEMENTE -  SONIA INVENINATO - MARIANNA PALILLO - EMANUELA PANTANO - SABRINA SPROVIERO - GEA TURCO - NENZI VELLA

musiche GIUSEPPE DI BELLA

percussioni SERGIO BEERCOCK

marranzano LUIGI MAZZOLA

 

e con la partecipazione dei LAMENTATORI DI ASSORO 


Costumi SABRINA DI GIOVANNI

Trucco e Acconciature ALESSANDRO MESSINA

Macchinisti di Scena PAOLO LA MONICA - VINCENZO LAMBRITTO - SALVATORE BELLANTI

Direzione artistica e Disegno Luci ANGELO DI DIO

Foto di Scena MARIA CATALANO

Progetto grafico LATOBI di ROBERTA BORGHESE

Organizzazione AURORA TILARO

Assistenti alla Regia FILIPPA ILARDO e LINDA DI DIO


Drammaturgia di Elisa Di Dio e Filippa Ilardo


Regia SEBASTIANO GESU' 


Foto di Lucia Sardo sulla locandina di CARLOS FREIRE

 

 

Fin dalla preistoria la capacità di generare, intesa come capacità di trasformazione, era vista come potere magico. La più antica rappresentazione della divinità è stata espressa sotto forma di Dea-Madre della Terra, manifestazione del divino, potenza fecondatrice che presiede a tutto ciò che esiste nella vastità cosmica della terra, genera tutti gli esseri, li nutre e li accoglie di nuovo nel suo seno, chiudendo così il cerchio della vita terrena e ultra-terrena degli esseri.

È la dea madre di tutto, che racchiude nelle sue viscere il mistero della vegetazione (i cicli della natura), della coltivazione dei campi, dell'uomo e di tutte le cose che nascono dalla terra e ritornano alla terra.

IMMENSAMADRE attinge ad un repertorio di tradizioni, riti e miti che, vivendo a metà tra Lutto e Teatro, concorrono a elaborare il senso della vita e della morte, tutti in qualche modo riconducibili alla figura - archetipo della Madre-Terra: madre di Dio e magna Mater, risorgente in mille e più epifanie, dal fondo oscuro delle tradizioni precristiane, portatrice del Mistero della Vita e della Morte, capace di incarnare il senso del ciclico avvicendarsi della semina e del Raccolto, del Giorno e della Notte, delle stagioni e delle lunazioni, in un ritmo di danza cosmica che appartiene all’uomo sin dagli albori della Storia.

La Madre Cristiana per antonomasia, Maria, raggruma nelle sette spade che le trafiggono il petto, la domanda ontologica sul perché siamo,

nel mondo, soggetti ad un destino di dolore e disfacimento. Tale domanda, trova compimento perfetto non in una parola, ma in un corpo, anzi nel Corpo per eccellenza: quello del Cristo, figlio di Dio. Non a caso in Sicilia i riti del venerdì Santo sono nuclei incandescenti di emozioni che, raccontate e cantate in forma di teatro, mutuato essenzialmente da una matrice barocca e contro riformista, dipanano agli occhi dei fedeli – spettatori la Vicenda che condensa in sé, tutte le storie del Mondo e lo stesso senso del nascere e morire.

L’allestimento è la riproposizione, in chiave moderna e contemporanea, della religiosità intesa come intimo legame tra l’umano e il divino, tra terra e cielo, come modalità esistenziale in cui si coglie la spinta e la sete insaziabile d’infinito che è fonte dell’angoscia e del senso mistico delle cose, come bisogno assoluto di affermare l’enigma dell’esistenza.

Donne e uomini, Padri e Madri, volti disegnati dal Tempo e voci intonate su sonorità armonicali affioranti da un oscuro fondo mediterraneo... Sagome di “vecchi” dai visi scavati dal tempo, le cui rughe nascondono storie e memorie che si disvelano pian piano attraverso i canti e i cunti.

Un coro di donne, parche il cui unico movimento si condensa nel “carminare” la lana su un sudario bianco, tra preghiere e “gastime”, tra proverbi e detti popolari. Storie di donne, archetipi di cui si esalta la capacità generatrice, seduttrice e catalizzatrice di tutte le tensioni erotiche. La vita e la morte, l’amore e il dolore, il tempo che passa e rigenera tutto.

Contrasti tra luce e lutto, tra senso del bello e senso del tempo, tra le schiene curve degli uomini segnati dalle fatiche e la sinuosità del corpo femminile, tempio della potenza ricreatrice della natura.

 

repliche

2009 - Debutto per Teatri di Pietra Sicilia - Area Archeologica di Realmese

2010 - Cava Pietra Franco Modica - Cortile San Francesco Noto (Teatri di Pietra) - Teatro Comunale di Vittoria - Teatro Regina Margherita di Caltanissetta

2011 - Teatro Politeama Palermo - Castello di Lombardia Enna - Teatro Pirandello Agrigento

recensioni

trailer

book foto di scena

book fotografico del backstage