da Aristotle, Platone e Euripide
drammaturgia Gatti/Tringali/Luna/Lama/Gangale/Cangiano
regia e coreografia Aurelio Gatti
costumi Livia Fulvio
scene Petrokos Usaja
disegno luci Stefano Stacchini
assistente alla regia Filippa Ilardo
si ringrazia per il contributo poetico e cronistico Silvio Raffiotta
con
Gianna Beduschi, Paola Bellisari, Carlotta Bruni, Giuseppe Bersani
Annalisa D’Antonio, Gioia Guida, Rosa Merlino, Giorgio Napolitano
Elisa Di Dio, Raffaele Gangale, Pietro Pignatelli
e con Sebastiano Tringali, Ernesto Lama, Filippo Luna
e la partecipazione di
Benedetta Capanna nel ruolo di Afrodite
Elisa Turlà soprano - M° Antonio Pellegrino violino
Coro
attori e danzatori Teatro dei Territori
Banda "A.Giunta"- Calascibetta, diretta M° Carmelo Capizzi
Produzione MDA Produzioni Danza / Compagnia dell'Arpa
Mnemosyne, nella mitologia dell'antica Grecia è la personificazione della Memoria, è figlia di Urano e di Gaia, appartiene al gruppo delle Titanidi. La leggenda dice che da nove notti di unione con Zeus, nacquero le nove Muse, che non sono soltanto le cantatrici divine, ma presiedono al Pensiero, sotto tutte le sue forme: eloquenza, persuasione, saggezza, storia, matematica, astronomia.
Galimberti ci informa che: "la memoria è la capacità di un organismo vivente di conservare tracce della propria esperienza passata e di servirsene per relazionarsi al mondo e agli eventi futuri… ." Si potrebbe azzardare che la Memoria sia lo strumento attraverso cui il pensiero si estende lungo tutta la dialettica del tempo: passato, presente, futuro; che essa rappresenti l'estensione e la sua immortale presenza; la memoria infatti ci riporta ad altri concetti filosofici e fisici: il tempo, lo spazio e quindi il divenire.
Aristotele nel "De memoria" sostiene: "La memoria non è dunque né sensazione, né concetto, ma un certo possesso o affezione di queste ultime, quando interviene il tempo.. Cosicché quelli che percepiscono il tempo sono gli unici, fra gli animali, a ricordare, e ciò per mezzo di cui ricordando è ciò per mezzo di cui essi percepiscono (il tempo)". Parlare della memoria ci riporta all'origine del pensiero occidentale ovvero alla filosofia greca. Platone è il primo filosofo a dare una rilevanza filosofica alla memoria.
La memoria è un concetto complesso che si insinua nel cuore del divenire; essa è il filo conduttore tra il passato e il presente; la memoria evoca il tempo, il divenire, il movimento, il molteplice quale altro lato dell'essere.
La memoria e il suo rovescio: il "vuoto", il superamento del divenire, sono uno strumento del Sé nel quale si manifesta il cammino interiore; i ricordi ci indicano le dinamiche su cui dobbiamo lavorare, ma ci rimandano anche ai momenti positivi, alla percezione di essere nella vita, di essere la vita, percezione che dobbiamo preservare nei momenti bui, cupi.
Spesso senza nessun motivo apparente ci arrivano ricordi, altre volte un sentire antico che ci permette di percepire la vibrazione di "essere semplicemente vivi" e di "essere eterni".
In questi momenti è difficile distinguere il passato dal presente e dal futuro.
In questi momenti la memoria non ci rimanda a momenti frantumati della nostra vita.
In questi momenti il vuoto dei mistici, il presente assoluto, lo spirito, la sacralità non hanno altro luogo che il nostro essere.
In questi momenti non possiamo non vedere dietro alla memoria una mano ferma e sicura che ci porta là dove dobbiamo stare, là dove l'unica cosa che non c'era ancora è la nostrapresenza.
Un omaggio a Severino e al suo pensiero seducente: "La"memoria" non conserva i barlumi del passato, ma lo mostra intatto, nel suo essere ciò che da sempre e per sempre esso è. L'apparire del risultato non è l'apparire del tempo, ma del sopraggiungere degli eterni".
2010 - Sicilia - Teatri di Pietra Sicilia e Circuito Epicarpo: Teatro Greco di Morgantina - Palazzolo Acreide - Cattolica Eraclea - Segesta
Calabria - Magna Grecia Festival: Ricadi - Diamante Crotone