LA TRAPPOLA

Bottega di Mastro Porpora

di e con Sergio Beercock Noa Di Venti Giorgio Russo 

Regia di Sergio Beercock 

Produzione Compagnia dell' Arpa

Direzione Artistica Filippa lIardo e Angelo Di Dio 

 

Un campo di grano. Un suono stridente e confortante di cicale che cantano nell'afa.Tre "bambini" sulla scena: Sergio, Noa e Giorgio. Non sanno come, non sanno quando, non sanno da dove, prima o poi nel tedio di questo pomeriggio rovente d'estate giungerà una volpe. Sanno che lì intorno vi è la sua tana, ne hanno sentito parlare da un nonno. E' una volpe millenaria, nessuno l'ha mai vista se non di sfuggita, da lontano. E' la Volpe. La Volpe che tutti, una volta nell'infanzia, avremmo voluto incontrare, vederne i cuccioli, sbirciare il suo modo di cacciare. 

E' proprio il caso di catturarla, per vederla da vicino: a tal proposito costruiranno la Trappola. Come? Con l'inventiva e la capacità di interpretare il mondo come un gioco molto serio che i bambini hanno. 

Si armeranno di pastelli a cera. Progetteranno l'agguato con gli oggetti che hanno a disposizione nei paraggi: un secchio, una catena, dei lacci di scarpe, una carota, una lamiera arrugginita e tanta immaginazione. 

Toccherà infatti alla fantasia di Sergio (il Sordomuto), Noa (la Grande) e Giorgio (il Poeta), il compito e la responsabilità di far di questa immaginaria e mai avvenuta cattura un'importante esperienza di vita. 

Ho detto immaginaria? Sì. Perché la trappola la costruiranno solo in parte, e la Volpe non verrà mai, ma ne è valso il Gioco, che è la cosa essenziale. 

D'un tratto, al canto delle cicale si aggiunge un ronzio.Api? Un favo di vespe? Il ronzio aumenta di volume, si fa più nitido: è un rombo. Il rombo di aerei da guerra che stanno passando sopra le loro teste. E dunque il gioco è finito? Si conclude in Tragedia, nel buio dell'Ignoto, il Gioco della Vita di questi tre bambini? Non sia mai. Loro non concepiscono quell'immagine di Guerra come Morte, ma anch'essa come un gioco, uno un po' strano e che fa piangere i grandi. Questo non impedisce loro di riprendere ad aspettare di vedere la loro Volpe, che è l'unica speranza di sopravvivenza, l'unica cosa Vera in un mondo pieno di battaglie insulse. 

Dunque la Morale qual è?

Ve n'è necessità? Ad ogni modo il nostro intento non è "moralizzare" contro la guerra a favore dell'Innocenza. Quello che ci auguriamo, su tutto, è che i bambini non smettano mai di essere bambini anche nei momenti in cui il Cosmo sembra aver perso il suo senso (in questo caso, la Guerra). Ai bambini non potrà mai essere tolto il Gioco, perché è il loro filtro oculare. 

E' proprio il Gioco il senso del Cosmo. 

E adesso veniamo alla domanda a cui fremiamo di rispondere ... 

E· uno spettacolo per bambini o per grandi? 

AI solito, noi non scriviamo spettacoli PER bambini, ma DEI bambini. 

Stiamo dalla loro parte, insomma. Il nostro intento, come abbiamo detto, non è moralizzare. Piuttosto è dare un senso al nostro Teatro dando la chiave di lettura "dell'infanzia" al pubblico. Questo permette ai piccoli di ritrovarsi emotivamente nella nostra presenza scenica, ai grandi di riscoprirsi più piccoli di quanto credano di essere. 

I bambini non sono piccoli. Sono diversamente grandi. E questa definizione la diamo con un sorriso, ma senza mai ammiccare, con grande convinzione. 

Per concludere? 

Il nostro auspicio è che tutti, sia i grandi che i diversamente grandi, una volta entrati a teatro, attendano la Volpe con più ansia di noi. 

E chissà che qualche genitore, tornato a casa, dopo aver rimboccato le coperte ai figli, non lasci una fetta di prosciutto davanti alla porta, non si sa mai, dovesse mai esserci una volpe nei paraggi. .. 

repliche

2013 - Debutto Teatro Comunale Garibaldi di Enna

2014 - Teatro alla Guilla di Palermo - Rassegna Famiglie a Teatro Caltagirone - Teatro Coppola Catania 

trailer

book foto di scena