con SABRINA RECUPERO e CATERINA MARCIANO'
di SABRINA PETYX
Costumi e Scene DANIELA CERNIGLIARO
Regia GIUSEPPE CUTINO
Un'attitudine ad adagiare la propria esistenza dentro un periodo ipotetico che transita dalla possibilità all'impossibilità, senza correre il rischio di doversi assumere una responsabilità, senza saper dire né no, né sì.
Sinnavissi è come il vessillo di un'epoca abitata da un popolo pigro, indolente e rassegnato ma mai vinto.
Perché per poter perdere bisogna almeno aver provato a combattere e per combattere bisogna esserci, partecipare, sperare, crederci, faticare, rischiare e insistere. Ma tutte queste cose insieme non si possono fare! E farne una sola o solo qualcuna non vale la pena!
Tanto, che deve succedere? “Che ti pare che le cose possono cambiare? Ma quando mai! Le cose così sono ed è inutile che ci stai a pensare!”.
E il popolo delle boe aumenta di giorno in giorno, il popolo delle boe piano piano comincia ad invadere il mare, ne chiude l'orizzonte, lo spazio, il popolo delle boe fa del mare un luogo dove in cui non si può più viaggiare, andare altrove, scoprire, progettare.
Sulla riva pochi si pensano ancora di potercela fare ma pochissimi davvero sanno che cosa fare, perché le boe galleggiano sempre, col freddo, col caldo, col bel tempo e con la mareggiata, “ed è inutile che ci stai a pensare!”. È inutile. Inutile? Mah! Io “sinnavissi” modo di riprendermi il mare... (s.p.)
Sinnavissi tempu ‘u facissi... il tempo non basta mai.
Il tempo per fare le cose è un tempo così ampio... ma così ampio che, alla fine, si esaurisce in un niente... e quindi preferiamo non fare niente. Ma ci riempiamo la la bocca di tutto. Sinnavissi è il trionfo del nulla che circonda la nostra vita senza avere più la voglia di vestirlo a festa. Lì. Spiaccicato davanti a noi, sopra un letto, ci guarda, ci osserva, e ride della nostra pochezza.
2018
ZO CENTRO CULTURE CONTEMPORANEE